domenica 26 novembre 2017

Nei Fumetti

Se in altri ambiti possiamo ritrovare spesso la presenza dei fuochi d’artificio, nella tradizione fumettistica questo tema non è stato trattato altrettanto ampiamente.

Nonostante ciò, la casa editrice statunitense Marvel Comics, sicuramente la più conosciuta compagnia d’intrattenimento al mondo fondata sui personaggi dei fumetti, ha voluto dare ad una delle sue creature il nome “Fireworks”. Si tratta di un volontario che si unisce alla polizia per combattere diversi criminali e che si contraddistingue per la sua abilità nel maneggiare il fuoco e gli ordigni esplosivi, caratteristiche che giustificano il nome conferitogli dalla sua casa di produzione.


Andando invece oltre quella che è la vera e propria storia a fumetti, ci si imbatte in molte vignette umoristiche a tema pirotecnico. Ne riportiamo una raccolta, basata principalmente sui fuochi artificiali americani del 4 luglio, il noto Independence Day, festa nazionale degli Stati Uniti che commemora l’adozione della dichiarazione di indipendenza, ogni anno celebrata con imponenti spettacoli pirotecnici in tutta la nazione.  

domenica 19 novembre 2017

Nel Cinema

Capita molto spesso, guardando un film, di assistere a una scena in cui è presente uno spettacolo pirotecnico. I fuochi artificiali infatti, grazie al loro notevole impatto visivo, sono capaci di conferire al momento narrativo tutto ciò che serve a renderlo indimenticabile: una festa diventa subito più spumeggiante, un bacio tra due innamorati più romantico, un addio più sofferto.

Ma è quando l’arte pirotecnica incontra la magia che inizia il vero incanto, ed è per questo che tra le innumerevoli scene cinematografiche è sicuramente degna di nota quella presente nel film “Harry Potter e l’Ordine della Fenice”, tratto dal quinto capitolo della saga che porta la firma della scrittrice inglese J.K.Rowling. All’interno della scuola di magia di Hogwarts si sta svolgendo un esame: i volti sono tesi, l’aria piena di ansie e insicurezze, a sorvegliare è presente la professoressa più temuta della scuola, che dall’inizio dell’anno scolastico si diverte a torturare gli alunni. Ed è proprio per fare un torto a lei che due studenti, in sella a due manici di scopa, irrompono nell’aula, creando scompiglio grazie a dei giochi pirotecnici inventati da loro stessi e interrompendo lo svolgimento dell’esame. Non si tratta però di semplici fuochi artificiali: i colorati scoppiettii volano in tutte le direzioni e uno di essi, sotto gli occhi meravigliati degli altri studenti, si trasforma in un enorme drago fatto di luci e colori che costringe alla fuga la professoressa tanto odiata.


Riportiamo infine alcuni film che richiamano, nel titolo, nei temi trattati, nella trama o anche solo metaforicamente, ai fuochi artificiali:

Feuerwerk (1954), di Kurt Hoffmann


Hana-Bi (1997), di Takeshi Kitano

Fuochi d'artificio  (1997), di Leonardo Pieraccioni

Fuochi d’artificio in pieno giorno (2014), di Yinan Diao

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mercoledì 15 novembre 2017

Nella Musica

Nella cultura moderna, esistono molti eventi pubblici in cui uno spettacolo di fuochi artificiali è accompagnato da una musica di sottofondo: la Celebrazione della Luce di Vancouver, la Feria de Verano di Malaga, la Festa di S. Giovanni di Torino sono infatti solo alcuni di questi.
Effettivamente, l’arte pirotecnica e quella musicale si sposano molto bene, facendo diventare lo spettacolo una gioia non solo per gli occhi ma anche per le orecchie, e creando nella mente dello spettatore un turbinio di emozioni che difficilmente sarà dimenticato.

Quello che però non tutti sanno è che questa abitudine è molto meno moderna di quello che si potrebbe pensare. Nel 1749, infatti, fu composta una musica appositamente per accompagnare uno spettacolo pirotecnico: si tratta della “Royal Fireworks Music ”, commissionata dal sovrano inglese Giorgio II a Georg Friedrich Handel in occasione delle celebrazioni per la firma del trattato di Aquisgrana, per le quali il re non badò a spese. L’opera è una suite orchestrale suddivisa in cinque movimenti ed è diventata sicuramente una delle composizioni orchestrali più famose di Handel, tanto da essere stata rieseguita nel 2002 a Buckingham Palace in occasione del cinquantesimo anniversario di regno della regina Elisabetta II, accompagnata ovviamente da uno spettacolo di fuochi artificiali.

La connessione tra musica e arte pirotecnica si può ritrovare però anche attraverso altre vie. Soprattutto nella musica leggera infatti, i fuochi d’artificio vengono spesso utilizzati nella loro accezione metaforica nel testo di molte canzoni. L’esempio più immediato è “Firework”, una canzone dell’artista statunitense Katy Perry pubblicata nel 2010.

Do you know that there's still a chance for you
'Cause there's a spark in you
You just gotta ignite the light
And let it shine
Just own the night
Like the Fourth of July
'Cause baby you're a firework
Come on show 'em what your worth


La cantautrice esprime così la convinzione che in ognuno di noi ci sia una scintilla, un fuoco che non aspetta altro che essere acceso e lasciato splendere, per illuminare la notte “come se fosse il 4 luglio”. Il testo è perfettamente rispecchiato nel videoclip della canzone, in cui diversi protagonisti trovano, in situazioni difficili, il coraggio di essere se stessi e di affrontare le proprie paure, perché in ognuno di loro c’è un’energia positiva che si libera dal petto come fuochi d’artificio.

Infine, vale sicuramente la pena citare il brano “Il terzo fuochista”, presentato dalla cantante Tosca al Festival di Sanremo nel 2007. Il testo descrive perfettamente una scena a cui tutti noi abbiamo, almeno per una volta, assistito: una festa di paese, una celebrazione religiosa dedicata al Santo patrono che però è anche occasione per tutto il popolo di festeggiare tra bande, bancarelle, dolciumi e giostre. Il tutto è visto dagli occhi di una bambina “con le sue scarpine blu”, che rimane incantata dalla gioiosa atmosfera e soprattutto dai fuochi d’artificio con cui la festa (e la canzone) si conclude:

Il terzo fuochista, l’artista quotato dì più
Sparò i suoi colori nel cielo e nel silenzio vennero giù
Oro, turchese, amaranto, corallo, smeraldo e caffè
La bimba in quel cielo d’oriente vide la vita e l’amore che c’è
Un due tre, tre colpi a finire e la notte tornò
Da allora rimase a sognare e i colori per sempre con sé si portò.

domenica 12 novembre 2017

Nella Letteratura

Attraversando la storia letteraria internazionale, ci si può imbattere in diverse opere che hanno come oggetto i fuochi artificiali. A volte essi sono parte integrante della storia, a volte invece vengono usati come metafora per raccontare di qualcosa di inaspettato, sorprendente, affascinante, sconvolgente.

Iniziando dalla letteratura per bambini, molto interessante è il racconto “La fabbricante di fuochi d’artificio” di Philip Pullman, autore britannico dedito particolarmente al genere fantasy, noto soprattutto per romanzi come La bussola d'oro. Il libro, pubblicato nel 1995, racconta la storia di Lila, una bambina il cui sogno più grande è quello di seguire le orme del padre e diventare una fabbricante di fuochi artificiali. Tutti i giorni infatti lo aiuta nel suo lavoro, creando diverse varietà di giochi (Draghi Crepitanti, Scimmiette Saltellanti, Starnuti Dorati) e sviluppando sempre più la sua passione e la sua fantasia, ma per diventare una vera fabbricante e salvare la vita di suo padre dovrà intraprendere un viaggio pericoloso, superare delle prove e affrontare il Demone del Fuoco. La storia diventa quindi anche un percorso di crescita, che porta la piccola protagonista a lottare per il suo sogno di diventare una maestra in questa arte che da sempre la appassiona, e si conclude con un grande spettacolo pirotecnico in cui Lila comprende tutto il talento pronto a fiorire in lei.

Un’altro racconto per ragazzi è “Fuochi d’artificio. Il piano segreto di quattro giovanissimi partigiani”, scritto dall’autore italiano Andrea Bouchard. Esso è ambientato in Piemonte durante gli anni della Resistenza e narra la storia di quattro giovani ragazzi che decidono, autonomamente, di fare quanto è loro possibile per aiutare i partigiani nelle loro imprese e liberare il Piemonte dal fascismo. Il romanzo mescola realtà e finzione, raccontando in maniera anche divertente e scanzonata avvenimenti storici realmente accaduti, mettendoli sotto il punto di vista degli adolescenti dell’epoca.

Un ultima opera che vale la pena citare è sicuramente “Fireworks”, un’antologia di racconti della scrittrice e giornalista britannica Angela Carter, pubblicata nel 1974 e basata sull’esperienza di vita dell’autrice in Giappone, dove ha vissuto dal 1969 al 1971. Si tratta di nove racconti di diverso genere, ma accomunati dal tema centrale del femminismo: l’esperienza di vita in Giappone ha infatti rappresentato per la scrittrice un punto di svolta per la sua vita e per la sua carriera, in cui ha imparato “cosa significa essere donna”. Una consapevolezza che sembra esserle giunta all’improvviso, come un’esplosione di luci e colori nel cielo.

venerdì 3 novembre 2017

Narrazioni e Leggende

Data la loro capacità di "lasciare a bocca aperta" appare inevitabile come i fuochi artificiali siano legati a una serie di narrazioni e leggende.
Alcune di queste riguardano proprio la loro invenzione: si narra infatti che un gruppo di alchimisti cinesi stesse lavorando alla formula di un elisir di lunga vita, quando una particolare mistura di sostanze chimiche portò invece a botti e scoppi, segnando la nascita della polvere da sparo. Un’altra tradizionale leggenda cinese invece racconta di come un cuoco abbia accidentalmente versato un certo tipo di sale su un fuoco, creando un interessante miscuglio di fiamme e colori.

Il personaggio più famoso legato agli effetti pirotecnici è però Wan Hu, un leggendario inventore cinese che per primo tentò di sollevarsi da terra usando dei razzi. Si racconta che Wan-Hu, vissuto in Cina intorno all’anno 1500, osservando una notte la luna, decise di volerla raggiungere e costruì una sedia con intorno 47 razzi a polvere pirica. Dopo l’accensione dei razzi ci fu una tonante esplosione, ma dell’inventore non fu più ritrovata alcuna traccia. Ciononostante, Wan-Hu è a tutt’oggi considerato il pioniere dell’aviazione ed a lui è stato intitolato anche un cratere lunare, in omaggio al suo sogno mai raggiunto.

Spostandoci verso occidente, un’ultima storia che merita di essere riportata è quella che c’è dietro la “Guy Fawkes Night” o “Bonfire Night”, celebrata il 5 novembre nel Regno Unito. In questa notte viene commemorato infatti il fallimento della congiura delle polveri contro il Re Giacomo I d'Inghilterra nel 1605: un gruppo di cattolici inglesi, capeggiato da Guy Fawkes, aveva pianificato di far esplodere la Camera dei Lord servendosi di 36 barili di polvere da sparo, che vennero sequestrati non appena la congiura fu sventata. Ogni anno, da allora, gli inglesi celebrano questi avvenimenti facendo bruciare in un falò un fantoccio rappresentante Guy Fawkes e facendo esplodere nel cielo una grande quantità di fuochi artificiali, in memoria di quelli che non esplosero nel 1605.